Stando alle parole di Mary Barra, Amministratore Delegato di General Motors, si prospetta all’orizzonte dei prossimi 10 anni un cambiamento in campo automotive. “Sarà il più importante di quelli che abbiamo visto negli ultimi 50 anni”, sostiene Mary Barra. Faceva riferimento all’auto a guida autonoma.
L’auto a guida autonoma.
Alcuni dei primi prototipi di auto a guida autonoma hanno registrato incidenti (qualche volta anche gravi) durante la fase dei test. Spesso, però, ad onor del vero causati dalle seconde vetture coinvolte. C’è chi giura che, con la loro diffusione, la stessa auto a guida autonoma diventerà più sicura di quella tradizionale. Fino ad allora sarà difficile stabilirne il livello di sicurezza.
Inutile dire che, ovviamente, un cambiamento di scenario di questa portata interesserà (e investirà) anche il settore assicurativo. Infatti le Compagnie dovranno inevitabilmente adattarsi a questa tecnologia, sia nel breve, che nel lungo periodo. Nel breve termine dovranno attuare un piano che preveda auto circolanti sia autonome che tradizionali; in un futuro ad una strategia per un mondo popolato solamente da auto a guida autonoma.
Ovviamente questo nuovo tipo di tecnologia porta in sé moltissimi nuovi ipotetici rischi, che dovranno essere calcolati, previsti e disciplinati nel paniere dell’offerta commercializzata dalla compagnia, e sembra che questa materia sia già allo studio di molti tavoli tecnici e, ben presto, diventerà oggetto di discussione dell’opinione pubblica.
Tra l’altro, già il fenomeno dell’auto condivisa (vedi uber) ha costretto il mondo assicurativo a delle riflessioni fino a quel momento rimandate o, peggio, mai affrontate. A riprova che spesso, la filiera tecnica non riesce ad andare alla stessa velocità di quella tecnologica.
Anche stavolta il contesto assicurativo italiano è chiamato a confermare un trend che lo ha visto protagonista negli ultimi anni: essere tra i mercati più pronti a saper evolvere in risposta all’evoluzione della società.